Quando le apparizioni della Vergine ebbero inizio il 24 coiè il 25 giugno 1981 nella parrocchia di Medjugorje, nella diocesi di Mostar-Duvno-Trebinje-Mrkanj, a cui la parrocchia di Medjugorje appartiene, il vescovo era Pavao Zanic (1971-1993). Egli è stato seguito da Ratko Peric.
Un canto vivo e ritmato che esce da un cuore gioioso e che coinvolge la mente e tutto il corpo in un’espressione di lode. Decine di lingue diverse, preghiere nelle forme più varie, centinaia di colori, migliaia di voci… Un qualcosa di nuovo e di unico qui a Medjugorje e a cui forse i pellegrini più “tradizionali” non sono abituati, ma sen- z’altro qualcosa di vivo che ti invita a non isolarti e ad entrare a far parte di quest’uni- co corpo che altro non è se non la primave- ra della Chiesa, il Corpo mistico del Cristo.
Colette è francese, suo marito inglese e hanno due bambine nate in America:
"Noi adesso viviamo in Pennsylvania. La nostra famiglia non è, o meglio non era, molto religiosa. Sia mio marito che io eravamo scontenti della Chiesa Cattolica e volevamo starne più alla larga possibile. Però, nel Marzo 2003, successe qualcosa di veramente strano.
A volte siamo portati a dire: io sono stato capace di fare questo, io quest’altro, io ho realizzato questa impresa, e si può notare in ciò un sentimento di compiacimento, a volte anche di orgoglio. E così mi chiedo: come vedremo la nostra vita quando si avvicinerà il suo termine? Penso che avremo un ricordo sereno e luminoso di quanto Dio ha fatto nella nostra esistenza e in quella degli altri, e questo sarà per noi, certamente, motivo di gioia e di pace.
Forse avremo un ricordo lontano ed anche indifferente di quanto abbiamo fatto per conto nostro; probabilmente avremo anche motivi di rammarico per non avere più la capacità e la possibilità di fare quello che in passato abbiamo fatto. Certamente Dio non va tanto in cerca del nostro fare, Lui che in un attimo può creare l’universo, quanto del nostro cuore: è lì che trova la sua delizia.
Ricordo bene la prima volta che venni a Medjugorje, era nel maggio del ‘97, avevo quattordici anni. Da allora la mia vita ha subito una grande svolta, ha preso una direzione ben precisa. Sì, parlo di direzione, poiché da quel momento è cominciato un cammino graduale in cui ho dovuto dare la mia risposta a Dio in momenti diversi, rinnovando il mio sì a Lui nella libertà.
Ero ragazzino e arrivai in questa terra benedetta senza particolari aspettative e senza pregiudizi di alcun genere. A riguardare indietro penso di essere stato semplicemente condotto qui da Lei: la Madonna mi prese per mano come un bambino e mi condusse verso il Dio d’Amore, verso Colui che allora conoscevo solo per sentito dire e che da lì a poco mi avrebbe sedotto.
Fra tutte le forti esperienze vissute qui a Medjugorje quello che maggiormente mi toccò interiormente fu l’incontro con una dei sei veggenti. Ricordo quel giorno come fosse ieri, ricordo bene il sorriso di Vicka. C’era qualcosa di profondamente autentico in quell’espressione, qualcosa che mi attraeva senza che potessi capirne il perché, e risvegliava in me un desiderio sconosciuto.
La Festa dell'Esaltazione della Santa Croce nella Parrocchia di Međugorje si chiama „Križevac“ e tradizionalmente si celebra la prima Domenica dopo la Festa della Natività di Maria. In onore dell’Anno Santo della Redenzione 1933/34, incitati dall’allora parroco Fra Bernardin Smoljan, i parrocchiani di Međugorje – nonostante la loro povertà – hanno costruito sulla collina sopra Međugorje una Croce monumentale alta 8,5 metri e larga 3,5. Reliquie della vera Croce di Gesù, ricevute da Roma per l’occasione, sono inserite nell’asta della Croce stessa.