Se ci fermiamo un attimo ad ascoltare il ritmo della vita che scorre dentro di noi, scandita dal pulsare del cuore, ci accorgia-mo di quanto sia lento, calmo e armonioso. A meno che non siamo noi stessi a costrin-gerlo ad accelerare quando affrontiamo il nostro quotidiano in fretta e talvolta in furia.
Il nostro giornale - l’Eco - arriva in mol-te parti del mondo e probabilmente gli uomini di terra d’Africa o di altri paesi remoti non hanno gli stessi affanni dell’uo-mo occidentale, immerso inesorabilmente in un meccanismo produttivo che in conti-nuo lo minaccia: “Chi si ferma è perduto!”.
VENTI OTTOBRE 2005, ORE 5:00. Scortato da due amici e compagni nella vita spirituale inizia il mio viaggio verso Medjugorje: è il giorno in cui faccio ingres-so nella comunità “Kraljice Mira”. Le lunghe ore di tragitto lasciano il tempo ai pensieri e alle emozioni di susseguirsi: quali tappe mi avevano condotto a quella decisione?
Torno indietro nel tempo fino all’estate del 1998, anno in cui Maria mi preparò due incontri speciali con lei e con suo Figlio. Il primo fu un pellegrinaggio in Spagna, sulle tombe di s. Teresa d’Avila e s. Giovanni della Croce, e a Garabandal, luogo di apparizioni mariane tra gli anni 1960-64. Di lì a poche set-timane vi fu un secondo viaggio, a Medj., il primo per me in quella terra.
Siamo nel tempo in cui la Chiesa ci pro-pone di abitare un luogo particolare, il deserto della Quaresima. È una dimensio-ne questa che ci prepara a vivere la Pasqua nelle giusta predisposizione interiore: vuo-ti del superfluo e più aperti alla presenza di Dio, che a Pasqua si farà, dopo l’avventura della Croce, luce piena, resurrezione, glo-ria. A questo ci invita il cammino quaresi-male: alla mèta da raggiungere. Ma per far-lo bisogna utilizzare quegli strumenti che rendono ancora più efficace la nostra pre-parazione in vista del premio. Tra gli stru-menti suggeriti quello maggiormente sotto-lineato è il digiuno, ossia l’attitudine alla rinuncia di quanto ci è caro, buono, ma che in fondo non è strettamente necessario alla nostra sopravvivenza.
This album contains a selection of photos from a Slovakian Medjugorje website Gospa - Kráľovná pokoja.
Il villaggio è tranquillo in questi mesi d’inverno. A molti proprietari di pensioni e per i veggenti, la scarsa presenza di pellegrini permette di passare più tempo in famiglia attorno al camino. Il mese scorso una signora cinese è venuta a passare qualche giorno nella nostra comunità a Medjugorje. Ci ha detto che deve essere facile per i veggenti discernere la Volontà di Dio. "Poiché voi vedete la Santa Vergine tutti i giorni, disse, voi sapete come seguire il giusto cammino. Ma noi, come possiamo conoscere la volontà di Dio nelle nostre vite e come possiamo essere sicuri di non sbagliarci?" Mi sono permessa di chiedere a Vicka di passare un po’ del suo "tempo d’inverno" con noi e di condividere alcune delle sue illuminazioni…. Ha accolto molto gentilmente la mia amica.
Non molto tempo dopo le apparizioni della Regina della Pace è emerso all'attenzione dell'opinione pubblica che i sacerdoti diocesani e francescani nella diocesi di Mostar non andavano d'accordo su tutte le questioni di organizzazione dei rapporti. In realtà questo contrasto esiste già da più di cento anni e purtroppo continua anche oggi. A livello locale non sarebbe tanto acceso se la diocesi di Mostar non si trovasse in un luogo in cui fede, cultura e civiltà si intrecciano ed a livello mondiale non se ne saprebbe nulla se non si trattasse della diocesi in cui è apparsa la Vergine. E' fuori di dubbio che influenzi anche la posizione della Chiesa locale e di tutta la Croazia nei confronti delle apparizioni della Madonna. Bisogna ricordare che durante i primi mesi il vescovo del posto Pavao Zanic aveva creduto nell'autenticità delle apparizioni della Vergine e poi, per motivi solo a lui noti, aveva cambiato atteggiamento. Volendo tutelare la cosiddetta collegialità episcopale i vescovi della Chiesa croata da allora in poi cercano di astenersi dal fare dichiarazioni. Sono stati seguiti anche da altri famosi uomini di Chiesa. Tuttavia ci sono sempre state eccezioni significative.
Clima di festa, di raccoglimento, di gioia interiore. Atmosfera di grazia e di preghiera, come d’altronde è sempre qui a Medjugorje, in questa terra scelta e modellata da Maria per realizzare il suo progetto di rinnovamen-to della Chiesa e dell’umanità. Ogni periodo dell’anno a Medjugorje si lega a grazie par-ticolari e originali, a doni che hanno sempre un profumo nuovo e diverso.
Lo aveva lui nel petto e riusciva ad infiammare quello di chi si accostava alle sue opere. Parliamo di S. BERNARDO da Chiaravalle (1091-1153), uno dei primi monaci cistercensi, terzo padre medievale e ultimo padre della Chiesa in ordine cronolo-gico, il quale fu un faro di luce spirituale che illuminò tutta l’Europa occidentale del XII secolo. Bernardo, infatti, fu capace di recu-perare in maniera originale e geniale il pen-siero cristiano precedente a lui.
In occasione della visita di Ivan a Beauraing (Belgio), dove la Madonna è apparsa a 5 bambini per 33 volte nel 1932, il Vescovo Léonard di Namur ha tenuto il 25 agosto, davanti a una folla immensa, una splendida omelia di cui diamo i punti principali.
«...Quali sono le Chiese più belle agli occhi del Signore? Sono quelle così piene che sembrano scoppiare. Egli le ama, perché una Chiesa affollata è per il Signore una profezia di quello che sarà al compimento di tutte le cose, quando il Regno di Dio sarà tutto in tutti!
Domenica 21.01.2007 è stato commemorato il quinto anniversario della morte del Dottor Fra Leonard Oreč, ex Parroco di Medjugorje e fondatore dell’Organizzazione religioso-umanitaria “Medjugorje-Mir”. Nella Chiesa Parrocchiale di Medjugorje alle ore 18:00 è stata celebrata per lui la Santa Messa presieduta da Fra Ivan Landeka, altro ex Parroco di Medjugorje ed attuale presidente dell'Organizzazione “Medjugorje-Mir”, e concelebrata dall’attuale Parroco di Medjugorje, Dottor Fra Ivan Sesar.