Photos taken during the Easter.
Photos from winter times.
P. Dermod McCarthy, ordinato sacerdote nel 1966, redattore di programmi religiosi a RTE, stimato per i sui successi nelle trasmissioni religiose, consulente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali presso la Santa Sede ed ex coordinatore della Pro-Cattedrale di Dublino, è stato a Medjugorje nel mese di giugno del 2006, insieme ad un grande gruppo di circa 300 pellegrini irlandesi. Alla conclusione del suo pellegrinaggio, ha condiviso con noi i suoi pensieri ed esperienze. (intervista di Lidija Paris)
Sul far della sera del 24 giugno 1981 a Bijakovici, frazione della parrocchia di Medjugorje, si è aperto il Cielo. Niente di nuovo e tutto nuovo… Nelle anime dei cristiani tutto era già noto, ciò nonostante si manifesta una novità e tutto si vivifica; fede, speranza e carità si risvegliano e attivano la vita divina nelle persone.
Questa novità per alcuni diventa vita, per altri inciampo. O meglio, la Madonna viva tra gli uomini per qualcuno diviene gioia, mentre qualcun altro vorrebbe sopprimerla. Il giubilo nel popolo di Dio diventa ispirazione e promotore di fede, mentre in chi non crede si insinua la paura del popolo “libero in Dio”. Il Signore si mostra vivo al suo popolo e, come sempre, diventa segno di contraddizione.
In questo vortice umano Maria si manifesta come Madre di tutti, al di sopra di ogni divisione e riserva dell’uomo. Poiché la Madre di Dio si rivela nella dignità di Regina della Pace, ed annunzia ad ognuno la grandezza e la nobiltà della vita in Dio. Maternamente rimane con la gente, nonostante la diversità di risposta alla Sua chiamata.
La Regina della Pace conclude ogni suo messaggio ringraziandoci “per aver risposto alla sua chiamata”. Lei infatti ci sta chiamando con accorata passione materna tutti i giorni da venticinque anni: “Io cari figli sono instancabile, vi chiamo anche quando siete lontani dal mio cuore ….” (Mess. 14.11.1985).
P. Andrea Gasparino di Cuneo, un noto maestro di preghiera, nelle sue tante istruzioni si dichiara sempre nemico della preghiera "parolaia". Il Rosario con la ripetizione continua di formule potrebbe facilmente diventare una preghiera "parolaia". Ecco come il padre risponde con estrema chiarezza alla questione posta da alcuni ascoltatori di Radio Maria (16.06.99).
Grandi folle sono venute a Medjugorje per il 23° Anniversario delle Apparizioni. Che sorpresa è stata per tutti ascoltare il bel messaggio dato dalla Gospa per questa occasione! (vedi PS 1) Una gioia celestiale era tangibile allâincontro e la si leggeva sui volti dei presenti.
Jelena, sei assente da un po’ di tempo dalle pagine dell’Eco. Cosa caratte-rizza la tua vita in questo tempo, chi sei tu oggi?
Stiamo aspettando il terzo figlio, ma la gravidanza non va secondo le nostre previ-sioni e mi è stato chiesto di fare un riposo assoluto. Però è un periodo in cui mentre sperimento tutti i limiti del corpo, vedo che in questa mia condizione di immobilità lo spirito si può allargare sempre di più. E allora vivo questo momento anche come grazia, perché l’amore ha due lati: il primo è la gioia e lo slancio nel dare, in una dona-zione che tuttavia coinvolge anche la croce. Ma quando la croce è vissuta, la gioia diventa ancora più profonda. In questo modo tutto si rimette a posto. Sembra che la vita per essere vera, cioè così come noi la immaginiamo, debba filare liscio! Comprendo invece, sempre di più, che la sofferenza è la vera vita. Posso dire, allora, che in questo momento sto vivendo questa “vera vita”.
Si definisce programmatica la prima lettera enciclica di un papa, una sorta di manifesto sul taglio che il successore di Pietro desidera dare alla Chiesa negli anni in cui gli è affidata. E come non scorgere già nel titolo del documento di Benedetto XVI la volontà di ripartire dai fondamenti del cristianesimo: Dio è amore (1Gv 4,16), a favore di un’umanità sempre più divisa nel mare delle diverse opzioni proposte dalla società, affinché riceva dei binari sicuri per arrivare a Dio.
Termina con lei il papa la sua enciclica, con Maria “Madre del Signore e specchio di ogni santità”. A lei dedica le ultime bat-tute della sua lettera sull’amore, a Maria che ha intrecciato di amore ogni attimo del-la vita e che dell’Amore è diventata madre. Ma lasciamo che siano direttamente le parole del Santo Padre parlarne, perché ripiene di grazia e di tenero amore per la piccola donna di Nazaret.
Al di là di ogni pensiero ed immaginazione. Al di là delle nostre capacità e dei nostri meriti. Al di là dei progetti e dei rigetti. Proprio così Maria si fa presente a Medjugorje. E lo fa oltre ogni nostra logica. Oltre ogni volontà di trattenerla od ignorarla. Oltre ogni legge umana ed ogni ragione.
Da quasi 25 anni la Vergine visita in questo modo i suoi figli, inseriti ancora nel tempo e nello spazio, per aiutarli a varcarne i confini. Già adesso. Qui su questa terra.
Ricorre quest’anno il 25° anniversario delle apparizioni della Madonna a Medjugorje. Tu sei stato testimone degli eventi straordinari dei primi anni. Che cosa si risveglia oggi nella tua memoria, alla luce del tuo cammino personale e della tua esperienza sacerdotale?
Dal punto di vista del mio passato a Medjugorje, in questo momento non mi tornano in mente molte cose. Dal 1985 mi sono gradualmente ritirato da Medjugorje per vivere nella contemplazione. Man mano che entravo nel rapporto più profondo con Dio, si apriva la memoria della mia anima, quello spazio cioè in cui lo Spirito Santo assumeva sempre di più il ruolo di attore principale, e rivelava il Mistero. In questa memoria non sono presenti tanto i fenomeni di Medjugorje in quanto tali, ma piuttosto la verità divina di Dio vivo e vero, della Madre di Dio che è presente in noi e che opera in noi. Questa è la verità accolta dalla Chiesa.